Nessun accordo dei 27 sul glifosato. Per la seconda volta, dopo il voto dello scorso 13 ottobre, il Comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi dell’Ue, infatti, non ha raggiunto la maggioranza qualificata, necessaria per decidere il destino del controverso erbicida. L’Italia, che a ottobre aveva votato a favore, questa volta, assieme a Francia e Germania, si è astenuta.
Il voto contro il Regolamento sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (SUR) rappresenta un’importante battuta d’arresto per le ambizioni contenute nel Green Deal europeo.
La proposta di Regolamento avanzata dalla Commissione nel giugno 2022 per dimezzare l’uso dei pesticidi chimici entro il 2030 e limitarne fortemente l’utilizzo nelle aree sensibili urbane e ai siti Natura2000, a eccezione di quelli autorizzati per l’agricoltura biologica e il controllo biologico, rappresentava una pietra miliare delle Strategie Farm to Fork e Biodiversità 2030, già fortemente indebolite dal rinvio dell’adozione del Quadro legislativo sui sistemi alimentari sostenibili.
La legge europea ora prevede che sia l’esecutivo a dover prendere una decisione.
La Commissione darà il via libera al glifosato sulla base del rapporto dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare – Efsa, per cui il livello di rischio per l’uomo, gli animali e l’ambiente non è tale da giustificarne la messa al bando.
Saranno introdotte alcune limitazioni, tra cui il divieto di utilizzo per il disseccamento pre raccolto, e alcune misure di tutela.
Restano comunque in capo agli Stati membri – ricorda la Commissione – la responsabilità di autorizzare i prodotti che contengono il glifosato e la facoltà di restringerne l’utilizzo a livello nazionale o regionale, se esiste una particolare necessità di protezione della biodiversità.
Ma la ricerca scientifica continua e, se emergeranno evidenze sulla pericolosità della sostanza, l’autorizzazione potrà essere rivista o ritirata.
Il glifosato è l’erbicida di maggiore impiego al mondo. Si è diffuso anche grazie alla sua enorme convenienza: nel 1973 l’utilizzo per ettaro aveva un costo di circa 300 euro, oggi è crollato a soli 7 euro, in base a quanto riporta l’Istituto nazionale francese di ricerca per l’agricoltura, l’alimentazione e l’ambiente – Inrae.
Il dibattito sull’autorizzazione è molto seguito in Francia, dove il governo ha già fatto molto per ridurre la dipendenza dal glifosato. Anche Germania e Austria vanno verso il divieto, mentre il primo Paese europeo a metterlo al bando è stato il Lussemburgo, nel 2020. Ma ad aprile di quest’anno, la legge del Granducato è stata dichiarata illegittima, perché giudicata infondata, e lo Stato ha dovuto ristabilite l’autorizzazione al commercio. (Fonte: https://www.vita.it/)
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Pesticidi, il Parlamento UE respinge la diminuzione dell’uso in agricoltura