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International Trade: How to Respond to New Risks and Tensions

Economic Integration and Quality Infrastructure

International Trade: How to Respond to New Risks and Tensions
International Trade: How to Respond to New Risks and Tensions La minaccia di nuovi dazi americani all’import delle merci europee richiede una risposta ferma e decisa dell’UE, che risiede nella forza di un’economia altamente integrata, anche grazie a una delle Infrastrutture per la Qualità più sviluppate al mondo.

Dall'Osservatorio Accredia un'analisi sulla situazione attuale del comercio intenazionale.

Il commercio internazionale nel 21° secolo si è dimostrato un traino fondamentale per l’economia, crescendo mediamente più del PIL mondiale.
La crescita degli scambi tra Paesi è stata possibile anche grazie ai continui miglioramenti della tecnologia di comunicazione e di trasporto, e alla riduzione delle barriere tariffarie concordata nell’ambito degli accordi commerciali regionali e/o multilaterali.

Commercio internazionale e certificazione accreditata

Gli scambi riguardano non solo beni destinati a consumatori sempre più esigenti, ma, in larghissima parte, beni intermedi destinati al processo produttivo di imprese estere che richiedono una elevata affidabilità, sia per quanto riguarda le specifiche degli input sia sulle modalità e i tempi di consegna.

Nella misura in cui la fiducia è cruciale negli scambi globali, la valutazione della conformità accreditata può essere considerata un importante strumento per segnalare credibilmente al mercato le caratteristiche dei prodotti e servizi scambiati.

Uno dei motivi che possono spingere un’azienda, specialmente in Paesi in via di sviluppo, a sostenere i costi di una certificazione è anche la necessità di soddisfare (e segnalare al mercato) particolari requisiti di affidabilità e qualità, così da poter interagire e collaborare con le imprese multinazionali dei Paesi sviluppati in qualità di fornitori.

I dati dell’Annuario Istat-ICE 2024 indicano, tra l’altro, che le imprese esportatrici certificate per i sistemi di gestione beneficiano di una maggiore produttività, grazie all’efficientamento dei processi e all’ottimizzazione organizzativa.

Tale beneficio cresce al ridursi della dimensione d’impresa: nel 2022 (ultimo dato disponibile), le microimprese certificate avevano una produttività maggiore del 55,5% rispetto alle altre imprese esportatrici.

Inoltre, le imprese certificate sono più integrate nelle catene del valore internazionali e il contributo ai flussi di export dato dalla certificazione è riscontrabile anche nella maggiore propensione all’export delle aziende certificate, con un differenziale positivo mediamente pari al 8,1%.

Infrastruttura per la Qualità e mutuo riconoscimento

L’Infrastruttura per la Qualità (IQ) è il sistema di “qualità e conformità” che le società industriali avanzate hanno sviluppato per garantire il corretto funzionamento dei mercati, tutelare la salute e la sicurezza dei consumatori, proteggere l’ambiente.
L’Infrastruttura per la Qualità ha una dimensione nazionale (NQI) e una internazionale (InQI).

L’IQ poggia su quattro pilastri: normazione, metrologia, accreditamento e valutazione della conformità.
A questi si aggiunge la vigilanza del mercato, svolta dalle Autorità pubbliche per garantire il rispetto dei requisiti di legge da parte degli operatori.

In ambito internazionale, i livelli più avanzati di armonizzazione e mutuo riconoscimento sono quelli previsti dal mercato unico europeo, che beneficia di un’Infrastruttura per la Qualità (IQ) fortemente sviluppata.

Attraverso la valutazione della conformità accreditata a standard di prodotto e processo definiti a livello internazionale, è stata introdotta una grande semplificazione e un significativo abbassamento dei costi del commercio, poiché si evitano procedure lunghe e poco trasparenti.

In particolare, l’accreditamento rappresenta uno dei pilastri su cui si sviluppa il commercio internazionale, in considerazione del suo ruolo di facilitazione del commercio attraverso la garanzia dell’affidabilità dei sistemi di valutazione della conformità.

European co-operation for Accreditation (EA) rilevava, per il 2023, 35.439 accreditamenti rilasciati in base agli Accordi di mutuo riconoscimento EA MLA nei diversi ambiti, a testimonianza di una diffusione capillare dell’IQ europea su cui poggia il funzionamento del mercato unico.

Tensioni geopolitiche e rischi commerciali

Oggi, l’elevata integrazione dei mercati internazionali sta subendo cambiamenti significativi, determinati da fattori congiunturali, geopolitici e tecnologici.

Molti Paesi stanno concentrando le relazioni commerciali su partner considerati affidabili, con cui hanno relazioni consolidate o affinità politiche ed economiche (cd. friendshoring).

Questa tendenza sta ridisegnando la geografia del commercio, riducendo gli scambi tra Paesi appartenenti a blocchi geopolitici contrapposti e aumentando quelli tra economie politicamente allineate.

La nuova Presidenza USA, da gennaio 2025, ha ulteriormente rafforzato questa impostazione delle relazioni commerciali con l’annuncio, già in fase elettorale, di nuovi dazi all’importazione.

Le tensioni commerciali sugli operatori stanno già indebolendo il sistema multilaterale di governance economica globale, che è fondato sull’integrazione produttiva e sul libero scambio.

Gli effetti su imprese e consumatori rischiano inoltre di essere amplificati dal clima di forte incertezza, condizionando le scelte di investimento in un caso e la capacità di spesa nell’altro.

Le politiche di nuovi dazi americani avranno’effetto immediato di far aumentare i prezzi dei prodotti delle aziende europee nel mercato americano, e, se l’UE rispondesse imponendo dazi sui prodotti statunitensi, anche questi finirebbero per costare di più ai consumatori europei.

Impatto dei dazi e ruolo dell’IQ europea

Tra i Paesi europei, a soffrire le conseguenze maggiori di un aumento dei dazi sarebbero proprio Germania e Italia, i principali partner commerciali degli USA.

In base ai dati provvisori Istat per il periodo gennaio 2024 – novembre 2024, gli USA rappresentano il secondo mercato di sbocco delle merci italiane, con oltre 5 miliardi di valore all’export, pari a circa l’11% del valore totale esportato.

I gruppi di merci maggiormente impattati da un aumento delle tensioni commerciali sarebbero proprio quelli principali in termini di valore esportato verso gli USA.

In un clima di tensioni commerciali crescenti, potrebbe causare difficoltà all’UE anche l’applicazione dei dazi americani ad altre parti del mondo.
I Paesi colpiti potrebbero decidere di dirottare i propri prodotti verso l’Europa, troppo cari per il mercato statunitense, complicando la competizione per le aziende europee.  

Nell’era di un’economia globale interconnessa, questo potrebbe tradursi in un ostacolo anche per la catena di approvvigionamento di molte imprese dell’UE, rendendo difficile la reperibilità di prodotti specifici a prezzi accessibili.

La prima linea d’azione dell’UE è certamente quella di raggiungere un accordo, in mancanza del quale saranno disposte contromisure tariffarie.
Tuttavia, i dazi potrebbero finire per incoraggiare altri Paesi a stringere relazioni più strette con l’UE per contrastare la nuova politica americana.

La forza negoziale dell’UE dipenderà dalla sua capacità di presentarsi come un unico Stato, coeso negli interessi e forte di un’esperienza di integrazione economica di successo, resa possibile anche attraverso un sistema di regole comuni, che ha trovato nell’IQ uno strumento di facilitazione e consolidamento dei rapporti tra Paesi. (Fonte: https://www.accredia.it/)

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