Il rapporto annuale dell'EMA sulla sorveglianza europea del consumo di antimicrobici veterinari (ESVAC) mostra che, dal 2011, i Paesi europei hanno sostanzialmente ridotto le vendite di antibiotici veterinari negli animali. Secondo i dati provenienti da 25 Paesi che hanno fornito continuamente input per l'intero periodo 2011-2021, le vendite complessive di antibiotici veterinari sono diminuite del 47% in questo intervallo, raggiungendo il valore più basso mai registrato.
Sempre secondo l'EMA, le vendite annuali di antibiotici negli allevamenti italiani si sono più che dimezzate in dieci anni, ma restano tra le più alte in Europa.
Nel nostro Paese, dal 2011 al 2020, le vendite sono calate del 51%.
Se si considerano le tonnellate di principio attivo, nel 2020 l'Italia era il terzo Paese per vendite dopo Spagna e Polonia. In rapporto alla popolazione animale negli allevamenti, la Penisola era seconda dopo la Polonia.
Nel 2019, l'Italia si è dotata di un sistema di tracciabilità digitale dei medicinali veterinari con dati anche a livello di allevamenti, che è un "passo importante verso lo sviluppo di un adeguato programma di gestione antimicrobica", scrive EMA. I dati, sottolinea l'agenzia UE, "mostrano progressi verso il raggiungimento degli obiettivi" del Piano nazionale contro la resistenza agli antibiotici, adottato nel 2017.
Tornando al panorama europeo, anche le vendite di classi di antibiotici considerate di fondamentale importanza nella medicina umana sono diminuite notevolmente tra il 2011 e il 2021 e hanno rappresentato solo il 5,5% delle vendite totali nel 2021. Le vendite di cefalosporine di terza e quarta generazione sono diminuite del 38%, polimixine dell'80%, fluorochinoloni del 14% e le vendite di altri chinoloni sono diminuite dell'83%. Questi antibiotici dovrebbero essere usati con prudenza e responsabilità per preservarne l'efficacia e mitigare il potenziale rischio per la salute pubblica, come indicato nella categorizzazione del Gruppo di esperti ad hoc (AMEG) sui consigli antimicrobici.
Questo rapporto dell'ESVAC include, per la prima volta, informazioni sui progressi compiuti verso l'obiettivo della strategia Farm to Fork, al centro del Green Deal europeo, della Commissione europea di ridurre la vendita di antimicrobici per gli animali d'allevamento e l'acquacoltura nell'UE. In tre anni, tra il 2018 e il 2021, i 27 Stati membri dell'UE hanno già raggiunto una riduzione del 18%, circa un terzo dell'obiettivo di riduzione del 50% fissato per il 2030.
Per ogni Paese che partecipa al progetto ESVAC esiste una sezione separata che presenta le tendenze delle vendite per classe antimicrobica. Alcuni Paesi descrivono le loro principali misure per affrontare la resistenza antimicrobica e come queste attività contribuiscono ai cambiamenti osservati nelle vendite nel loro Paese. Le misure comprendono:
- piani d'azione nazionali
- campagne nazionali per un uso prudente degli antimicrobici negli animali
- restrizioni sull'uso di determinati antimicrobici negli animali destinati alla produzione di alimenti
- misure per controllare la prescrizione di antimicrobici negli animali.
CSQA ha predisposto quattro standard/ disciplinari volontari per supportare le imprese che intendono certificare i prodotti di origine animale o derivati da animali che non hanno subito trattamenti antibiotici in allevamento per tutto il periodo di vita o una parte di essa.
La certificazione permette di supportare claim “Antibiotic free” o “Allevato senza antibiotici”. Gli standard sono volontari e si applicano a:
- Carni suine e derivati
- Carni avicole e derivati
- Uova e derivati
- Pesce e derivati