In concreto il divieto di utilizzare il BpA, sostanza usata nei rivestimenti di lattine, borracce, tazze e vaschette ma ritenuta da Efsa potenzialmente dannosa per il sistema immunitario, scatterà a fine 2024 ma le aziende avranno un periodo di transizione – da 18 a 36 mesi a seconda del tipo di packaging – per mettersi in regola.
Il divieto del BpA si applicherà ai materiali a contatto con gli alimenti, come il rivestimento utilizzato sulle lattine di metallo, e agli articoli di consumo come utensili da cucina, stoviglie, bottiglie di plastica per bevande e refrigeratori per la distribuzione dell’acqua.
La decisione si basa sul parere scientifico dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), che nell’aprile 2023 aveva concluso che gli attuali livelli di esposizione al Bisfenolo A avevano “potenziali effetti dannosi sul sistema immunitario”.
Secondo L’Efsa, il BpA utilizzato nei contenitori potrebbe migrare in quantità esigue verso gli alimenti e le bevande contenute e rappresentare un problema per la salute dei consumatori.
Per questo ha fissato una dose giornaliera tollerabile (Tdi) – la quantità di una sostanza negli alimenti ritenuta sicura per le persone – a 0,2 nanogrammi per chilogrammo (ng/kg) di peso corporeo, che è 20.000 volte inferiore alla Tdi precedente di 4 microgrammi per chilo del peso corporeo raccomandato nel suo precedente parere (2015).
Dal 2011 l’Ue ne ha vietato l’uso nei biberon in policarbonato, nel 2016 ne ha vietato l’uso nella carta termica per ricevute e nel 2018 ha introdotto ulteriori restrizioni al suo utilizzo in biberon e contenitori per neonati e bambini, vernici e rivestimenti.
Si applicheranno limitate eccezioni nei casi in cui non siano disponibili alternative sicure e periodi di transizione qualora non rappresentino un rischio per i consumatori. Ciò consentirà all'industria di adeguarsi ed evitare potenziali interruzioni della catena alimentare. (Fonte: https://www.sivempveneto.it/)