Le attività sono finalizzate a certificare lo stato di salute dei boschi dell’Amiata e rilanciare una selvicoltura sempre più sostenibile, anche attraverso tecniche di gestione innovative, che permettono di aumentare la biodiversità dei boschi e i servizi ecosistemici che producono, oltre il legname, quindi, la competitività anche turistica in un mercato sempre più sovrastato da apporti esteri.
Decollato sul Monte Amiata a metà 2021, il progetto nasce per l’innovazione della filiera forestale che punta ad un’evoluzione dei sistemi di gestione forestale, rivalutando e monitorando il processo produttivo dei boschi, a partire dalla pianificazione e gestione attiva, in un’ottica innovativa dei servizi ecosistemici che essi possono fornire e in particolare di quelli legati alla biodiversità.
A collaborare in maniera sinergica sono diversi soggetti, a partire da Pefc Italia, Wba Project e l'ente di certificazione CSQA, lo Studio Agricis, che si occupa del coordinamento delle attività con il dottor forestale Giovanni Alessandri, il Dipartimento Dafne dell’Università della Tuscia, Viterbo con il professor Rodolfo Picchio e il Consorzio forestale dell’Amiata con i Dottori forestali Paolo Franchi e Cristiana Contri.
Finanziato dal Documento di economia e finanza (Defr) 2020 della Regione Toscana – Progetto Regionale 6 – Bando “Interventi a sostegno dei processi di innovazione organizzativa del processo produttivo nel settore della cooperazione agricola e nei consorzi forestali”, Bosco Serv.E. si articola in precise e coordinate azioni per l’ottenimento di due nuove certificazioni forestali, la Pefc Servizi Ecosistemici e Turismo e la Biodiversity Friend Forest.
Merita ricordare che il Consorzio forestale dell’Amiata è stato il primo ente a livello italiano ad avere certificato Pefc i propri boschi, nel 2003 e dopo 19 anni alla fine del 2022 ha ottenuto una estensione del certificato Pefc ai servizi ecosistemici del benessere e del turismo.
In particolare, il Consorzio forestale dell’Amiata ha ottenuto la certificazione Pefc per tre aree nella faggeta amiatina, idonee per i “Forest Bathing”, ovvero le immersioni terapeutiche o bagni in bosco. L’attività del benessere forestale è la nuova frontiera fra la attività turistica e il wellness, ovvero un nuovo servizio ecosistemico che il bosco fornisce gratuitamente ed in particolare quello di faggio.
Proprio per la gestione sostenibile della faggeta amiatina da parte del Consorzio forestale, con tagli mirati e rispetto elevatissimo del sistema forestale, i boschi dell’Amiata sono considerati un modello a livello nazionale e perfetti per certificare pratiche turistiche nuove, rispettose dell’ambiente come quello dei bagni nel bosco.
Attualmente è poi in corso la sperimentazione da parte dei tecnici di Wba e di CSQA (Nicola Tormen, Davide Troncon, Gianfranco Caoduro e Fabio Cogo) di una nuova certificazione, ovvero quella che certifica la biodiversità dei boschi amiatini (Biodiversity Friend Forest), possibile grazie anche al contributo dal soggetto scientifico che è appunto il dipartimento Dafne dell’Università della Tuscia. “L’Università di Viterbo sta lavorando su più fronti ed in particolare sul suolo e la macrofauna – ricorda il professor Rodolfo Picchio -: dai primi rilievi sono venute fuori cose molto interessanti, terreni forestali molto ricchi di microfauna e anche sorprese dalla macrofauna, come la presenza accertata del Gatto selvatico, grazie al fototrappolaggio”.
Ci sono poi azioni di carattere operativo per la verifica dei parametri della biodiversità introdotte dagli enti di certificazione che si sono messe in gioco per queste prime sperimentazioni di certificazioni.
L’obiettivo è creare un modello replicabile per dare vita ad un sistema di audit in grado di certificare il grado di biodiversità dei boschi e in particolare garantire che le attività colturali dei boschi non comportino una perdita di biodiversità.
“Le nuove certificazioni forestali che scaturiscono da questo progetto sono molto importanti – spiega il dottor Giovanni Alessandri – poiché hanno una duplice ricaduta, sia dal punto di vista turistico, come garanzia di sostenibilità dei nostri boschi, sia fornendo punteggi maggiori all’area rispetto ad altre per i bandi del PSR e garantendo, così, la finanziabilità di molti progetti”.
Non meno importanti sono le azioni di carattere divulgativo, messe appunto dal Consorzio forestale dell’Amiata. “Dalle potenzialità tutt’altro che trascurabili, con grande innovazione Bosco Serv.E si prefigge di rilanciare l’economia del settore forestale amiatino – conclude il dottor Paolo Franchi, del Consorzio forestale dell’Amiata –, ammodernandolo e rendendolo competitivo negli scenari futuri, tenendo anche conto dei cambiamenti climatici in atto e delle nuove tendenze di fruizione dei boschi; evidenziando come solo con l’apporto d’innovazione si possono superare anche le polemiche legate all’utilizzo dei boschi e alla lor gestione forestale, favorendo le economie locali e riducendo la sempre maggiore tendenza all’abbandono delle aree montane, a causa della scarsità di reddito”. (Fonte: https://www.grossetonotizie.com)