Premessa
Il processo di ristrutturazione e riqualificazione del settore delle carni bovine, avviato dalla Comunità europea a seguito della crisi BSE del 1996 e successivamente del 2000, ha inaugurato, a livello nazionale e sovranazionale, un corso di riforme finalizzato alla stabilizzazione e al rilancio del mercato delle carni bovine, cercando di migliorare la fiducia dei consumatori nei prodotti di origine bovina.
A livello nazionale, i punti chiave per procedere in tal senso sono stati identificati nei concetti di miglioramento qualitativo e di promozione del prodotto nazionale.
Tutto ciò si concretizza nella realizzazione di un sistema di garanzia che vede coinvolti tutti gli operatori dei diversi segmenti della filiera con lo scopo di:
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aumentare il potere commerciale del settore primario;
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porre le basi per un maggior valore aggiunto;
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consentire la rintracciabilità della materia prima e del processo produttivo;
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garantire la riconoscibilità del prodotto da parte del consumatore.
Operatori in possesso di disciplinari
I disciplinari di etichettatura delle carni bovine approvati o depositati presso il MASAF dall’introduzione di una specifica regolamentazione nel lontano 1997 sono stati 222 e nello stesso periodo sono stati revocati 96 disciplinari. Al 31 dicembre 2023 i disciplinari autorizzati sono 111 di cui 11 non operativi, 2 autosospesi e 112 revocati (sei in più rispetto al 2022).
L’analisi dei contenuti dei disciplinari evidenzia tendenze significative che, nel loro complesso, vedono una crescente attenzione da parte delle organizzazioni deputate all’etichettatura, alla concessione di specifiche informative relative ai diversi momenti del percorso produttivo.
Analisi delle informazioni facoltative
I requisiti presenti nei disciplinati sono stati sintetizzati nella seguente tabella che riporta la percentuale di ciascuna informazione presente in quelli autorizzati e in quelli effettivamente operativi:
Le nuove informazioni introdotte a partire dal 2016 relative al benessere animale e il mancato utilizzo di antibiotici in allevamento continuano ad interessare la filiera della carne bovina.
Quest’ultima informazione, inizialmente limitata agli ultimi 4 mesi di allevamento, comincia ad essere garantita per periodi decisamente più ampi.
Alcune organizzazioni hanno introdotto l’informazione del non uso degli antibiotici in allevamento dalla nascita (escludendo convenzionalmente primi 45 giorni di vita del vitello dove assume esclusivamente latte) oppure dallo svezzamento del vitello che nell’allevamento del bovino da carne è previsto al massimo entro 6 – 8 mesi dalla nascita e in alcune situazioni fino ad un massimo di 12 mesi.
In quest’ultimo caso si tratta di animali che nascono in Italia e restano sotto la madre, nell’allevamento di nascita o nei pascoli, alimentandosi con latte materno e/o ricostituito e solidi fino ad un massimo di 12 mesi prima di essere avviati alla sola alimentazione solida nei centri di raccolta e negli allevamenti di ingrasso.
Questo tipo di allevamento è caratteristico di alcuni areali del sud Italia, della Sardegna, alcune zone della Sicilia, ma anche dell’Alto Adige, dell’Appennino Toscano e del Piemonte (nel caso degli allevamenti di bovini di razza Piemontese).
All’interno di questa casistica è ricompreso anche l’allevamento a ciclo chiuso (linea vacca-vitello).
Dette informazioni vanno incontro al bisogno di una fascia sempre più ampia di consumatori di informazioni sul benessere degli animali e sulle modalità con le quali gli stessi sono allevati, così come evidenziato da consultazioni sia nazionali che comunitarie.
Proprio a seguito di un’indagine Eurobarometro28, moltissime organizzazioni hanno depositato disciplinari che prevedono procedure per garantire la rintracciabilità e la veridicità di dette informazioni. Tra queste, la prima informazione inserita nei disciplinari è quella relativa al benessere animale.
Conclusioni
Il report prosegue poi illustrando l’attività svolta dagli Organismi Indipendenti di Controllo, le principali non conformità riscontrate per segmento di filiera, nonché i costi del sistema intero.
Il rapporto 2023 ci offre uno sguardo approfondito sulla diffusione dei disciplinari e degli Organismi di Controllo a livello nazionale. Questa preziosa indagine mette in luce l’importanza crescente di garantire informazioni dettagliate riguardo alla provenienza e alle pratiche di allevamento degli animali destinati alla produzione di carne bovina. (Fonte: Giulia Spadafora, https://www.ruminantia.it/)
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