Home Corporate Comunicazione Rassegna Stampa Ferrarese, sostenibilità forza propulsiva di crescita aziendale: leve, tendenze e opportunità

Ferrarese, sostenibilità forza propulsiva di crescita aziendale: leve, tendenze e opportunità

Formazione e cultura aziendale, la visione della sostenibilità come parte integrante del business: l’esperienza di Ferrarese, CSQA.

Ferrarese, sostenibilità forza propulsiva di crescita aziendale: leve, tendenze e opportunità
Ferrarese, sostenibilità forza propulsiva di crescita aziendale: leve, tendenze e opportunità

In un panorama aziendale sempre più orientato alla sostenibilità, l’importanza della formazione, della cultura aziendale e dell’adozione di pratiche sostenibili diventa cruciale per la crescita e il futuro delle imprese. In questa intervista, esploriamo questi temi chiave attraverso l’esperienza e le prospettive di Maria Chiara Ferrarese, Direttrice Generale CSQA, esperta di agroalimentare e dei sistemi di certificazione applicabili al settore, nonché docente del Master in “Qualità e sicurezza degli alimenti” dell’Università di Padova.

Ferrarese ci guida attraverso tendenze ed opportunità, indicando le leve più efficaci per incoraggiare le aziende ad adottare pratiche più sostenibili e prendendo in esame anche il settore vitivinicolo.

Negli ultimi 30 anni il settore agroalimentare è stato protagonista di un costante processo di innovazione che ha permesso di far evolvere la garanzia di food safety associandole i concetti della qualità e, più recentemente, della sostenibilità. Passaggi basati sulla crescente consapevolezza del valore delle produzioni agroalimentari, dei bisogni dei consumatori e delle esigenze dei mercati.

Una consapevolezza che è stata acquisita progressivamente grazie all’implementazione di nuove regole di produzione introdotte in parte dal legislatore ed in parte dalla normazione volontaria, quale supporto tecnico al processo decisionale.

In questo contesto, la formazione professionale e aziendale ha assunto negli anni un ruolo centrale per trasferire le conoscenze e competenze utili ad affrontare al meglio le sfide che si sono presentate.

Oggi, per affrontare il tema della sostenibilità, la formazione riveste un ruolo ancora più importante rispetto al passato perché sono necessari sia competenze in ambiti diversi quali sociale, ambientale, economico sia un approccio, non solo aziendale, ma anche di supply chain. Si tratta inoltre di un tema che interessa diversi processi e diverse funzioni aziendali: proprietà, marketing, ricerca e sviluppo, acquisti, produzione, logistica, impiantistica etc. Non servono solo competenze differenziate, ma anche una metodologia di lavoro di gruppo e di comunicazione efficace.

Per governare il cambiamento e per affrontare efficacemente la sfida della sostenibilità, serve un nuovo approccio nel definire strategie, gestire i progetti e tradurli in azioni concrete e sinergiche in azienda. Tutto il personale deve essere formato non solo sui principi guida della sostenibilità, ma soprattutto sulle strategie aziendali e sulla loro declinazione operativa nei diversi ambiti di lavoro. In questo senso la strategia di sostenibilità che l’impresa intende adottare non può prescindere da una capillare strategia di formazione del personale.

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Quello vitivinicolo è senza alcun dubbio uno dei settori che ha lavorato di più e meglio in ambito sostenibilità, con una visione strategica e con l’obiettivo di armonizzare il concetto e l’applicazione nel comparto per proporsi al mercato nel modo il più unitario possibile.

Il fatto che la maggioranza dei vini siano Indicazioni Geografiche, ha aiutato moltissimo in questo percorso, poiché esistono i Consorzi di tutela e FederDoc che ha una governance molto rappresentativa. Il settore è riuscito, con grande lungimiranza e proattività a definire uno standard di sostenibilità applicabile ai prodotti, alle imprese e anche ai territori.

Si tratta dello standard Equalitas fortemente voluto dal comparto dei vini di qualità italiani e riconosciuto a livello internazionale da diversi ed importanti stakeholder. Si tratta di un progetto, ben riuscito, per definire uno standard nazionale che è stato creato dai produttori, per i produttori, tarato sulla realtà italiana. Un modello vincente, innovativo che forse per la prima volta ha consentito al settore di “non subire” gli standard internazionali cosi come avvenuto per la sicurezza alimentare con BRCGS / IFS.

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Fonte: Wine Meridian

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