
Se la carta d’identità di un’azienda potesse parlare, non si limiterebbe ad elencare dati anagrafici. Racconterebbe una storia fatta di tratti distintivi, valori e anche ambizioni. Per Amadori, tra i protagonisti italiani del settore agroalimentare, il «segno particolare» che spicca è, raccontano in azienda, una vera rivoluzione: oggi uno dei principali marchi in campo avicolo si definisce «Italian protein company». Che non vuole essere uno slogan, ma un manifesto di intenti: «Nutrire le comunità di oggi e domani con proteine buone per tutti, prendendosi cura degli ecosistemi di cui facciamo parte». Dunque, un futuro (alimentare) più inclusivo e variegato.
Non solo le tradizionali carni di pollo e tacchino – il core business di Amadori – ma anche quelle di suino, uova e tutti gli ovoprodotti e, soprattutto, le proteine vegetali. Un modo per rispondere a un mercato sempre più esigente, senza dimenticare le radici profonde dell’azienda.
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Di filiera integrata, certificata e controllata si parla anche per le proteine rosa. «Abbiamo lavorato in questa direzione dopo l’acquisizione nel 2022 dello storico prosciuttificio Lenti fondato nel 1935 a Santena (Torino), specialista nella produzione di cotti, arrosti e preaffettati – aggiunge Conti -. Con l’ingresso in Amadori, Lenti ha ideato una gamma di prodotti con carne 100 per cento italiana da filiera controllata e certificata, Le Eccellenze di Filiera, calcolando che solo il 20 per cento di prosciutti cotti in Italia deriva da produzioni prettamente italiane. I Prosciutti Cotti Lenti&Lodi sono stati certificati con l’organismo CSQA».
Che si tratti di un pollo o di una cotoletta vegetale, l’obiettivo di Amadori resta lo stesso: portare il meglio della tradizione italiana con lo sguardo rivolto al futuro.
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Fonte: COOK – Corriere della Sera