Le donne nel PNRR: i dati dimostrano che serve una strategia per favorire l'occupazione femminile. L'obiettivo è un aumento del 4 per cento entro il 2026. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha stanziato risorse e interventi per permettere una piena partecipazione al mondo del lavoro.
I principali punti di intervento previsti nel PNRR sono i seguenti:
- certificazione della Parità di genere per incentivare le imprese ad adottare policy adeguate a ridurre il divario di genere;
- introduzione di nuovi meccanismi di reclutamento nella PA e revisione delle opportunità di promozione alle posizioni dirigenziali di alto livello finalizzate a garantire pari opportunità sia nell’ambito della partecipazione al mercato del lavoro, sia nelle progressioni di carriera;
- previsione di misure dedicate al lavoro agile nella Pubblica amministrazione per un bilanciamento tra vita professionale e vita privata;
- potenziamento e ammodernamento dell’offerta turistica e culturale con l’obiettivo di avere un impatto occupazionale su settori a forte presenza femminile come quello alberghiero, della ristorazione, delle attività culturali;
- definizione di un piano asili nido per avvicinare la percentuale di copertura pari attualmente al 25,5 per cento alla media europea, pari al 33 per cento;
- potenziamento dei servizi educativi dell’infanzia (3-6 anni) ed estensione del tempo pieno a scuola;
- istituzione del Fondo impresa donna con due obiettivi:
- rafforzare misure già esistenti lanciate per supportare l’imprenditoria, come NITO e Smart&Start;
- potenziare il nuovo Fondo per l’imprenditoria femminile, già previsto dalla Legge di Bilancio 2021 ma non ancora operativo;
- valorizzazione delle infrastrutture sociali e creazione di percorsi di autonomia per disabili previsti nella con effetti indiretti sull’occupazione tramite l’alleggerimento del carico di cura non retribuita che grava spesso sulla componente femminile della popolazione;
- il rafforzamento dei servizi di prossimità e di supporto all’assistenza domiciliare.
Per le aziende in possesso della certificazione di Parità di genere sono previsti esoneri nel limite massimo di 50.000 euro annui dal versamento dei complessivi contributi previdenziali a carico del datore di lavoro e premialità nella valutazione dei bandi pubblici.
La normativa UNI e ISO offre dei modelli di riferimento che le organizzazioni possono volontariamente adottare.
Nel 2021 è stata pubblicata la ISO 30415, prima norma ISO in ambito Diversità e Inclusione. La norma abbraccia un concetto di Diversità a 360°. Si rivolge non solo alle Risorse Umane, ma anche alle numerose altre funzioni – dal marketing alla comunicazione – che possono giocare un ruolo importantissimo in ambito D&I. La ISO 30415 si offre per una riflessione interna che può culminare con un self-assesment, secondo una checklist riportata in appendice. È possibile anche chiedere una valutazione di terza parte indipendente per uscire dall’autoreferenzialità, aumentare la propria credibilità e accedere alle agevolazioni statali.
Il 16 marzo 2022 è stata pubblicata, inoltre, la Prassi di Riferimento UNI focalizzata sulla parità di genere. In sintonia con i principi della ISO 30415, la PdR UNI 125:2022 definisce un sistema di gestione per garantire la gender equality, indicando anche i KPI fondamentali per misurare il proprio livello di maturità. La Prassi di Riferimento prevede l’intervento di una terza parte indipendente, chiamata a certificare la conformità del sistema di gestione rispetto ai requisiti, nonché il raggiungimento di una soglia minima di punteggi derivante dalla copertura – o meno – dei diversi KPI.