
I documenti vanno ad integrare la relazione sullo stato dell’acqua 2024 dell’Agenzia europea dell’ambiente ed evidenziano i progressi e le criticità riscontrate negli ultimi 6 anni nell’attuazione della direttiva quadro sulle acque, della direttiva sulle alluvioni e della direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino.
Queste valutazioni saranno cruciali nella definizione della prossima strategia per la resilienza idrica, che mira ad affrontare le sfide più urgenti connesse all’acqua in Europa.
Le relazioni forniscono inoltre informazioni e raccomandazioni specifiche per ogni Stato membro (trovate qui quella relativa all’Italia).
L’Italia
Disponibilità
Il monitoraggio dello stato delle risorse idriche in Italia è migliorato sia per i corpi idrici sotterranei (GWB) che per quelli superficiali (SWB), anche se permangono lacune nel numero di elementi di qualità monitorati e utilizzati per le valutazioni.Per quanto riguarda i corpi idrici sotterranei, la percentuale che si trova in buono stato da un punto di vista quantitativo è aumentata al 79,4%, un buon progresso rispetto al 62% del 2015, e si prevede un ulteriore miglioramento entro il 2027 (oltre il 90%).
La percentuale di corpi idrici superficiali in buono stato ecologico o potenziale è aumentata, ma solo di poco, e le sfide restano. L’Italia prevede che circa l’80% dei corpi idrici superficiali raggiungerà un buono stato ecologico/potenziale entro il 2027; tuttavia, una quota raggiungerà solo obiettivi ambientali ridotti (13,2% del totale).
Circa il 10% dei corpi idrici superficiali è fortemente influenzato dall’estrazione di acqua.
L’inquinamento da nutrienti causato da acque reflue agricole e urbane, così come le alterazioni idromorfologiche, sono le principali ragioni dei problemi relativi allo stato ecologico di questi corpi idrici.
In generale, i problemi di scarsità d’acqua e siccità stanno peggiorando e non sono più limitati al meridione e alle isole. Sono infatti sempre più avvertiti a latitudini più settentrionali, a causa del cambiamento climatico, con nevicate ridotte e modelli di precipitazioni sempre più imprevedibili.
Nel periodo tra il 2015 e il 2019, il suo Water Exploitation Index plus (WEI+) è variato tra il 7,3% e il 14,7%. Sebbene questi valori siano inferiori al 20%, che è generalmente considerato un’indicazione di scarsità d’acqua, è importante sottolineare che l’Italia è caratterizzata da importanti differenze stagionali e geografiche.
Nel 2019, ad esempio, l’indice WEI+ nazionale ha ottenuto un punteggio superiore al 44% tra luglio e settembre, segnalando gravi problemi di scarsità in estate a livello nazionale.
I prelievi d’acqua sono un’altra sfida, che colpisce sia le acque superficiali che quelle sotterranee, con problemi legati a usi e quantità non dichiarati.
Un'altra problematica è l’abbassamento del livello dell’acqua, seguito da intrusioni saline e abbassamento dello stato ecologico o chimico delle acque superficiali associate. Una quota ampia rimane influenzata da molteplici pressioni combinate di inquinamento e prelievi.
L’Italia risulta poi sempre più vulnerabile alle gravi inondazioni, che hanno regolarmente colpito il paese nell’ultimo decennio.
Inquinamento
L’inquinamento rimane un problema per l’Italia sebbene ci siano stati miglioramenti anche per quanto riguarda il monitoraggio.Tra le cause principali troviamo l’agricoltura, che causa inquinamento sia chimico che da nutrienti sia per i corpi idrici superficiali (oltre un terzo di tutti i corpi idrici) sia per quelli sotterranei (circa un quarto di tutti i corpi idrici).
Il 70% dei corpi idrici sotterranei è in buono stato dal punto di vista chimico, il che rappresenta un miglioramento rispetto al 2015. Tuttavia, per il 2027 si prevede che questa percentuale raggiungerà solo il 73% principalmente a causa di nitrati principalmente da fonti agricole (per i quali è stata avviata una procedura d’infrazione contro l’Italia), triclorometano (emissione industriale), cloruro e conduttività elettrica (indicativi di intrusione salina) e solfato.
La pressione più elevata su questi corpi idrici deriva dall’inquinamento agricolo diffuso e dal deflusso urbano, seguiti da siti industriali abbandonati e contaminati.
Poco più del 75% dei corpi idrici superficiali è in buono stato chimico, percentuale che si prevede supererà l’80% entro il 2027. Le sostanze che causano la più alta percentuale di problemi sono le sostanze persistenti, bioaccumulabili e tossiche onnipresenti (uPBT) che vengono per lo più introdotte nelle acque superficiali tramite deposizione atmosferica, vale a dire mercurio e IPA.
Queste sostanze vengono rilasciate più comunemente durante i processi di combustione dei combustibili fossili. A queste si aggiungono diversi composti metallici, PFOS (da emissioni industriali) e il biocida tributilstagno.
La situazione in UE
Relazione sull’attuazione della direttiva quadro sulle acque
La relazione sull’attuazione della direttiva quadro sulle acque ha individuato diverse tendenze positive. Gli Stati membri hanno generalmente migliorato la conoscenza e il monitoraggio dei corpi idrici superficiali e sotterranei, aumentato la spesa e migliorato l’applicazione della legislazione dell’UE in materia di acque, sebbene vi siano notevoli differenze regionali. Anche la maggior parte dei corpi idrici sotterranei continua a raggiungere un buono stato quantitativo e chimico.Tuttavia, è necessario un lavoro significativo per raggiungere gli obiettivi dell’UE in materia di qualità e quantità dell’acqua dolce.
La salute media dei corpi idrici superficiali dell’UE è critica: solo il 39,5% raggiunge un buono stato ecologico e solo il 26,8% ha un buono stato chimico. Ciò è dovuto principalmente alla diffusa contaminazione da mercurio e altri inquinanti tossici. Anche la scarsità d’acqua e la siccità destano crescenti preoccupazioni nella maggior parte dell’UE.
L’UE ha formulato alcune raccomandazioni chiave per gli Stati membri per migliorare la gestione delle risorse idriche entro il 2027, tra cui:
- aumentare il rispetto della legislazione dell’UE in materia di acque aderendo ai limiti di inquinamento, in particolare l’inquinamento da nutrienti proveniente dall’agricoltura, e garantendo che lo scarico delle acque reflue sia gestito in modo adeguato per proteggere l’ambiente e la salute umana;
- garantire finanziamenti sufficienti per colmare le carenze di finanziamento e garantire un’attuazione efficace delle misure di gestione delle risorse idriche;
- attuare misure supplementari per affrontare le sfide ambientali persistenti, come l’inquinamento chimico;
- promuovere il riutilizzo dell’acqua, e aumentare l’efficienza e la circolarità, per prevenire lo sfruttamento eccessivo delle falde acquifere, combattere le estrazioni illegali e mitigare la siccità.
Relazione sulla direttiva alluvioni
Dalla valutazione dell’attuazione della direttiva sulle alluvioni emergono notevoli miglioramenti nella gestione del rischio, un migliore allineamento degli obiettivi e delle misure, e la considerazione delle sfide poste dai cambiamenti climatici.Tuttavia, la maggior parte dei piani non prevede obiettivi quantitativi, il che rende difficile trarre conclusioni sull’efficacia della gestione del rischio di alluvioni.
Con inondazioni più frequenti e gravi in Europa, gli Stati membri devono ampliare la loro capacità di pianificazione e amministrativa, e investire adeguatamente nella prevenzione delle inondazioni.
A tal fine, sono fondamentali il ripristino degli ecosistemi, nonché misure di preparazione come i sistemi di allarme rapido e la sensibilizzazione.
Invito a presentare contributi sulla futura strategia europea per la resilienza idrica
La Commissione europea ha lanciato un invito per offrire alle parti interessate l’opportunità di condividere i contributi e partecipare alla progettazione della futura strategia europea per la resilienza idrica. L’invito risponde a una chiara richiesta di azione per affrontare le sfide idriche e invertire il diffuso degrado e la cattiva gestione strutturale delle risorse idriche e degli ecosistemi in tutta l’UE.L’invito è aperto ai rappresentanti di tutta l’UE, compresi i membri del pubblico e le parti interessate che lavorano in settori legati all’acqua.
Il processo di consultazione comprenderà anche un evento di consultazione delle parti interessate che si terrà il 6 marzo 2025. (Fonte: Sara Fantini, https://www.ruminantia.it/)