Difficoltà di relazione con i coetanei, problematiche familiari, uso scorretto dei social: all’Istituto comprensivo che per primo in Italia è stato certificato per la prevenzione e contrasto del bullismo, queste sono state le difficoltà lamentate dai ragazzi nell`anno scolastico che si va a chiudere.
Il primato della certificazione Csqa è dell’Istituto comprensivo 1 di San Bonifacio che ha iniziato l’anno scolastico sotto l`occhio dei verificatori chiamati al periodico monitoraggio sul mantenimento dei requisiti della certificazione ottenuta nel 2019.
Essere stati i primi in Italia è considerato da tutti, in primis dalla dirigente Vilma Molinari, un punto di partenza: «La sfida vera è il consolidamento di prassi, di regole e di interventi e se le verifiche servono ad accertare che quanto facciamo lo facciamo bene, dall`altro è solo dal metodo che si dà concretezza al dialogo e si trasmette il valore dell`equità e dell`uguaglianza», dice.
Se la verifica è passata dal lavoro di un avvocato del Triillustrato agli alunni di 10 classi della Bonturi i rischi legati all`uso dei social e il rischio di cyberbullismo. Sono stati 319 (su 464 studenti) quelli autorizzati ad accedere allo sportello di ascolto, cui hanno chiesto consulenza 84 alunni, 19 insegnanti e 14 genitori.
A lavorare sul tema bullismo si comincia già dalla primaria e per questo i piccoli delle sette quinte hanno seguito incontri di educazione all`affettività: per i loro genitori era anche possibile accedere allo sportello di ascolto con la psicologa ma pochi se ne sono avvalsi.
Formazione anche per il corpo docente (74 i docenti dei tre ordini di scuola) e i genitori, con tre incontri su temi educativi legate all`uso delle tecnologie nell`età evolutiva e all`impiego scorretto dei social.
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Fonte: L’Arena