La Direzione Generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione ha redatto anche quest’anno un rapporto riguardante le principali problematiche sanitarie emerse nel corso del 2021, mettendo in evidenza i principali rischi notificati dai Paesi membri.
Nel corso dell’anno 2021 le notifiche pervenute attraverso il RASFF sono state 4588, a fronte delle 3783 del 2020, 4000 del 2019, 3622 segnalazioni del 2018, 3759 del 2017, 2925 del 2016, 2967 del 2015. Occorre inoltre rilevare che gran parte delle notifiche registrate quest’anno è fondamentalmente riconducibile all’emergenza ossido di etilene riscontrato come ETO o il suo metabolita 2-cloro etanolo in semi di sesamo o in additivi utilizzati in prodotti derivati, con ben 468 notifiche originali, e che ha visto il coinvolgimento di tutti i Paesi europei.
Delle 4588 notifiche pervenute:
- 4084 hanno riguardato l’alimentazione umana (3490 nel 2020)
- 234 l’alimentazione animale (172 nel 2020)
- 270 i materiali e gli oggetti destinati a venire a contatto con gli alimenti – MOCA (121 nel 2019)
- 1455 sono state notifiche di Allerta e hanno riguardato prodotti distribuiti sul mercato
- 1456 si riferiscono a prodotti in importazione respinti ai confini le restanti notifiche riguardano informazioni (1004 informazioni per attenzione e 673 informazioni per follow up)
Dall’analisi delle segnalazioni RASFF del 2021 si evidenzia che un elevato numero di notifiche riguarda la presenza di residui di pesticidi (1251), seguite da microrganismi patogeni (774) e dalle micotossine (449).
Le salmonelle sono state riscontrate principalmente in pollame, frutta secca e semi, prodotti della carne ed erbe e spezie, mentre la Listeria monocytogenes principalmente in preparazioni a base di carne, prodotti a base di latte e in prodotti della pesca. Le micotossine riguardano principalmente la presenza di aflatossine in frutta secca seguita da frutta e vegetali ed erbe e spezie.
Per gli alimenti di origine nazionale (172) il maggior numero di irregolarità è dovuto a contaminazioni microbiologiche (63 pari al 35%), residui di pesticidi (37 pari al 20,6%), corpi estranei (19 pari al 10,6%), allergeni non dichiarati in etichetta (11 pari al 6,1%), metalli (1172 pari al 6,1%), composizione (8 pari al 4,4%), additivi (7 pari al 3,9%), e micotossine (6 pari al 3,3%).
Tra i contaminanti microbiologici, il maggior numero di notifiche ha riguardato Salmonella spp., Listeria monocytogenes ed Escherichia coli.
Per quanto riguarda l’alimentazione animale, le segnalazioni hanno riguardato mangimi, mangimi composti, additivi per mangimi e premiscele. Nella categoria dei Mangimi la presenza di microrganismi patogeni ha rappresentato la metà delle segnalazioni (50%), tutti appartenenti al genere Salmonella; diversamente nei Mangimi Composti il pericolo maggiormente rilevato è attribuito al riscontro di additivi non autorizzati e/o oltre i limiti (36,4%).
Nella categoria Additivi per mangimi il pericolo preponderante è stato rappresentato dal riscontro di residui farmacologici (36,4%), mentre nelle Premiscele le non conformità erano equamente distribuite tra additivi non autorizzati e metalli pesanti (50%). Si precisa che in alcuni casi nello stesso prodotto possono essere presenti più categorie di pericoli contemporaneamente.
“È quindi evidente – scrive il Ministero della Salute – la necessità per gli Operatori del Settore Alimentare di porre una maggiore attenzione alla riduzione dei pericoli negli alimenti attraverso una più efficace attività di autocontrollo compresa la verifica dei fornitori e delle materie prime.” (Fonte: https://www.ruminantia.it)
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