Il Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio n.2024/1143 ha modificato profondamente il sistema di certificazione e tutela delle Indicazioni geografiche (IG), oppure DOP, IGP, STG. Una delle principali novità è che per la prima volta si ha un testo unico che disciplina tutte le produzioni agricole, compresi i vini e le bevande spiritose.
Sul piano produttivo il nuovo regolamento vuole garantire che i produttori che agiscono collettivamente abbiano i poteri e le responsabilità necessari per gestire le IG, anche per rispondere alle richieste della società, come la salute e il benessere degli animali, i prodotti derivanti da una produzione sostenibile, e per operare ed essere competitivi sul mercato. A livello di mercato, le nuove norme intendono contribuire a garantire una concorrenza leale e generare valore aggiunto con l’obiettivo di condividere questo valore lungo la catena di commercializzazione, al fine di garantire un rendimento equo per i produttori.
Altro aspetto a cui guarda questo regolamento è il mantenimento della capacità dei produttori di investire nella qualità, nella reputazione e nella sostenibilità dei loro prodotti. Il nuovo sistema delle IG vuole anche contribuire al raggiungimento degli obiettivi della politica di sviluppo rurale, fornendo sostegno alle attività agricole e di trasformazione, preservando il know-how e promuovendo prodotti di qualità specifici per l’area geografica in cui sono prodotti.
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In relazione alla approvazione del nuovo Regolamento Ue è particolarmente interessante la dichiarazione della vicedirettrice di Csqa, Maria Chiara Ferrarese: “Il nuovo regolamento riconosce maggiore importanza al ruolo ed alle funzioni dei gruppi (Consorzi di tutela), prevedendo la possibilità di operare e promuovere i prodotti anche in nuovi contesti di responsabilità, di sviluppo e crescita. Le nuove azioni e attività che i Consorzi di tutela possono sviluppare, proprio partendo dal legame forte e indissolubile con il territorio connaturato al prodotto IG, attraverso il turismo enogastronomico (il cosiddetto Turismo DOP) e gli impegni per la sostenibilità rappresentano una innovazione rilevante e costituiscono opportunità importanti di aumento del valore riconosciuto: per il prodotto a IG, per gli operatori della filiera di produzione, per gli altri operatori dello stesso territorio sensibili ai temi di tradizione, cultura e sostenibilità. Ecco pertanto che, partendo dal territorio e dalla tradizione, il ruolo del Consorzio di tutela supera i confini della `semplice` qualità del prodotto, delle connotazioni della filiera.
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Fonte: Salumi & Consumi