Con la pubblicazione della nuova Prassi di Riferimento UNI/PdR 146, gli avvocati, i commercialisti e gli esperti contabili potranno ottenere la certificazione di conformità per una corretta e moderna gestione dei loro studi professionali secondo la norma UNI 11871.
Con questa prassi si intende definire i requisiti specifici per la valutazione di conformità di parte terza (certificazione) del sistema di gestione degli studi professionali secondo i requisiti della UNI 11871:2022, che introduce i principi organizzativi e requisiti di gestione dei rischi connessi all’esercizio delle professioni di avvocato e di dottore commercialista per la creazione e protezione del valore.
Tra questi elementi, spiccano la programmazione degli obiettivi, la sostenibilità, l’inclusione nei luoghi di lavoro e la tutela delle diversità, stabiliti dalla norma UNI.
L’Italia diviene così il primo Paese a livello europeo, e probabilmente nel mondo, a dotarsi di una norma di questo genere.
Tutto questo è reso possibile grazie ai due bandi di finanziamento per una somma complessiva di 1.5 milioni di euro, proposti e richiesti dalla Commissione Organizzazione Studi Professionali della Cassa Forense coordinata dall’avvocato Claudio Acampora, che verranno deliberati (previa valutazione del C.D.A.) il prossimo luglio dall’Ente Previdenziale dell’avvocatura, destinati agli avvocati che esercitano la professione individualmente e agli studi legali associati. Il contributo, se rilasciato come richiesto dalla Commissione, coprirà il 50% della spesa complessiva destinata al processo di certificazione fino ad un massimo di 5.000 Euro.
Ma non solo, grazie alla certificazione, gli studi si candidano ad essere dei luoghi di lavoro maggiormente attrattivi per i giovani talenti che sempre di più hanno bisogno di un progetto e una visione cui aderire. Gli studi che otterranno la certificazione, ad esempio, si impegnano a promuovere le pari opportunità e l’inclusività dei loro professionisti assicurando percorsi di formazione dedicati e crescita interna, e dando risalto alle individualità di ognuno.
Anche la tutela della genitorialità rientra tra i principi valorizzati dalla Norma. Le realtà che ricevono il marchio di qualità si impegnano a esplicitare con trasparenza la durata dei congedi di maternità e paternità, la presenza di eventuali permessi familiari, le iniziative di parental policy attivate su base volontaria a partire, ad esempio, dall’introduzione dell’orario flessibile, dello smart working, fino all’assegnazione di incarichi maggiormente compatibili con le esigenze dei neogenitori.
La certificazione di conformità rispetto a quanto indicato dalla Norma sarà utile anche per avere accesso a incarichi professionali nell’ambito di appalti, bandi di gara pubblici o privati, oltre che portare a una riduzione dei costi relativi alle coperture assicurative obbligatorie per le responsabilità connesse all’esercizio delle professioni di avvocato e commercialista. (Fonte: https://www.uni.com/)
Tra questi elementi, spiccano la programmazione degli obiettivi, la sostenibilità, l’inclusione nei luoghi di lavoro e la tutela delle diversità, stabiliti dalla norma UNI.
L’Italia diviene così il primo Paese a livello europeo, e probabilmente nel mondo, a dotarsi di una norma di questo genere.
“Occorre un’interpretazione di quello che è il mondo degli Studi legali in Italia. Perché quando parliamo di creazione e protezione del valore, va compreso quello della sostenibilità, cioè della capacità della realtà che si andrà a certificare di sostenersi nel tempo. Per creare valore e proteggerlo bisogna cercare di avere delle strutture che alla base siano durature, quindi ben organizzate”Tutti gli studi che risulteranno conformi potranno esibire il marchio ASLA-UNI 11871 di certificazione che testimonia il loro impegno nell’ottimizzare i processi organizzativi migliorando il modo di lavorare, la gestione dei rischi professionali, dei tempi, delle risorse e delle proprie persone.
Giovanni Lega, Presidente di ASLA
Tutto questo è reso possibile grazie ai due bandi di finanziamento per una somma complessiva di 1.5 milioni di euro, proposti e richiesti dalla Commissione Organizzazione Studi Professionali della Cassa Forense coordinata dall’avvocato Claudio Acampora, che verranno deliberati (previa valutazione del C.D.A.) il prossimo luglio dall’Ente Previdenziale dell’avvocatura, destinati agli avvocati che esercitano la professione individualmente e agli studi legali associati. Il contributo, se rilasciato come richiesto dalla Commissione, coprirà il 50% della spesa complessiva destinata al processo di certificazione fino ad un massimo di 5.000 Euro.
“Con questo bando vogliamo aiutare e sostenere chi desidera approcciarsi alla professione in modo più strutturato e organizzato anche nel caso di singoli professionisti. Crediamo che questa Norma consentirà di fare un deciso passo in avanti nell’affermazione di quello che consideriamo un valore: il modello organizzativo, la struttura, la forma di uno Studio e le sue regole”La Norma è pensata per “far crescere” gli studi professionali e, grazie ai bandi di finanziamento, anche gli studi di piccole dimensioni potranno utilizzarla e dimostrare il loro valore, posizionandosi così in maniera più competitiva sul mercato.
Valter Militi, Presidente della Cassa Nazionale Forense
Ma non solo, grazie alla certificazione, gli studi si candidano ad essere dei luoghi di lavoro maggiormente attrattivi per i giovani talenti che sempre di più hanno bisogno di un progetto e una visione cui aderire. Gli studi che otterranno la certificazione, ad esempio, si impegnano a promuovere le pari opportunità e l’inclusività dei loro professionisti assicurando percorsi di formazione dedicati e crescita interna, e dando risalto alle individualità di ognuno.
Anche la tutela della genitorialità rientra tra i principi valorizzati dalla Norma. Le realtà che ricevono il marchio di qualità si impegnano a esplicitare con trasparenza la durata dei congedi di maternità e paternità, la presenza di eventuali permessi familiari, le iniziative di parental policy attivate su base volontaria a partire, ad esempio, dall’introduzione dell’orario flessibile, dello smart working, fino all’assegnazione di incarichi maggiormente compatibili con le esigenze dei neogenitori.
La certificazione di conformità rispetto a quanto indicato dalla Norma sarà utile anche per avere accesso a incarichi professionali nell’ambito di appalti, bandi di gara pubblici o privati, oltre che portare a una riduzione dei costi relativi alle coperture assicurative obbligatorie per le responsabilità connesse all’esercizio delle professioni di avvocato e commercialista. (Fonte: https://www.uni.com/)