Un autunno di austerity, è quanto ci attende nei prossimi mesi. A renderlo noto è il Rapporto Coop 2022 che mette nero su bianco i numeri di una crisi economico-sociale dall’impatto traumatico. Il susseguirsi di eventi avversi che minacciano gli equilibri globali, dalla pandemia alla guerra alla crisi climatica, ha messo il freno alla crescita con un Pil globale che scende dal +5,7% del 2021 al +2,9% previsionale del 2022; per l’Italia, le previsioni di crescita si attestano al +3,2% per il 2022 e al +1,3% per il 2023, ma la Banca d’Italia non esclude il ritorno a un Pil in negativo nel 2023 (-2%). Intanto l’inflazione vola all’8 per cento. Ma il dato più allarmante è la netta crescita delle persone che vivono nella povertà (+ 6 milioni rispetto al 2021).
NEL CIBO SI GUARDA ALL’ESSENZIALITÀ
“Toglietemi tutto ma non la voglia di mangiar bene”, così si può riassumere il mood degli italiani in questo momento storico, parafrasando una nota pubblicità. Nonostante i rincari siano arrivati nel carrello, infatti, il cibo rimane la nostra grande passione, insieme alla riscoperta sensibilità verso l’ambiente. In maniera inattesa, nonostante questa spinta dei prezzi, i volumi di vendita, rivela il Rapporto Coop 2022, hanno tenuto (+7,8% primo semestre 2022 vs 2019), complice la calda e lunga estate italiana, il ritorno del turismo straniero e la capacità della distribuzione moderna di imporsi sugli altri canali di vendita specializzati. Il mercato italiano è però al momento l’unico a mantenere un trend positivo dei volumi (+ 0,5% contro -5,4% del Regno Unito, -3,7% della Germania, -2,3% della Francia e -1,3% della Spagna) e questa differenza come il ritardo all’incremento dei prezzi lascia presagire un’inversione di tendenza imminente.Ma forse la maggiore evidenza del nuovo valore assegnato al cibo dagli italiani è il sorprendente mancato ricorso a un netto downgrading degli acquisti (-0,1% di effetto mix negativo nel primo semestre). Probabilmente con il peggiorare della situazione gli italiani vi faranno nuovamente ricorso, ma attualmente il carrello non è più la miniera da cui attingere per finanziare altri consumi, ma un fortino da proteggere.
Il cibo a cui non si intende rinunciare pare essere soprattutto quello più sobrio e basico, senza orpelli e sovrastrutture; l’italianità e la sostenibilità sono gli elementi imprescindibili che erodono mercato a altre caratteristiche in passato maggiormente ricercate. Così compaiono meno sulle tavole i cibi etnici, le varie tipologie di senza (senza glutine, senza etc.), i cibi pronti e anche il bio pare subire una battuta d’arresto. La quota di italiani che segue uno stile alimentare biologico è diminuita del 38 per cento. Le stesse marche leader sembrano sacrificabili, rispetto al 2019 hanno registrato una contrazione della quota di mercato passando dal 14,9% di quell’anno al 13,1% 2022 (-1,8 pp), mentre la Mdd continua la sua avanzata, con una quota di mercato che nel 2022 sfiora il 30% (+2,0 rispetto al 2019).